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al testo di Caterina Nicoletta Accettura
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da"il Melograno"(poesie d'amore) Stromboli. Si, ti prendo le more e distendesti il braccio snello e forte nel cespuglio intricato come i tuoi capelli lo ritraesti e, girandoti di scatto, mi mostrasti quei frutti rossi dolci e selvaggi come la tua terra. Ti riempivano il palmo della mano e me li donasti, ridendo. La camicia bianca aperta in petto fu calice al piu’ bel sorriso lo sguardo penetrante e fiero mi dava forza e mi piegava a ineluttabile resa, che’ non volli vedere ombra nella stagione dell’oro. Ma una macchia di rosso su tutto quel candore fu presagio improvviso di una innocente golosita’, punita. Uno splendore io ti vidi col piccolo cuore della vita. Il tuo abbraccio mi trascinava via quasi sollevandomi dasl suolo mentre gridavi a squarciagola “Non sono more, con gelsi rossiiiiiiiiii……” “Rossi”.ci rispose l’eco. Un’immagine ferma nella mente di te che ridi, la camicia macchiata di more o gelsi rossi come vuoi tu,accende nei miei sensi cio’ che quel giorno fu per me l’amore. L’avrei rivista per tutta la mia vita una carezza prima che sia sera la corsa a piedi nudi sulla sabbia l’erta del monte con il fuoco in cima. La bianca camicia e’nel mio cuore emerge fra gli stracci della vita fiammeggia rossa in tutto il suo splendore e mi riaccendi sempre tu, l’amore. ad Enzo. _____________________________Nicole |
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